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Francesco Piccolo (1) (1964–)

Author of Momenti di trascurabile felicità

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Works by Francesco Piccolo

Associated Works

A Supposedly Fun Thing I'll Never Do Again: Essays and Arguments (1997) — Translator, some editions — 4,842 copies
La tripla vita di Michele Sparacino (2008) — Contributor, some editions — 52 copies

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Common Knowledge

Birthdate
1964
Gender
male
Nationality
Italy
Birthplace
Caserta, Italia

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Storia maschiocentrica che oscilla tra la rappresentazione della mancanza di senso di colpa e quella dell'atto sessuale. Riuscendo, grazie alla semplicità della scrittura e alla messa in scena di una particolare forma di poligamia, a non risultare spiacevole.
 
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d.v. | 3 other reviews | May 16, 2023 |
Una stella in meno rispetto alla "felicità" semplicemente perché l'idea è, come ovvio, meno fresca e l'esecuzione un po' più di maniera (e il racconto sul "giapponese", va detto, è davvero brutto e meschino). Di sicuro, Piccolo appare ancora più pop che in passato (mi torna in mente il passaggio di "Il desiderio di essere come tutti" in cui si sente vicino a Bersani quando quest'ultimo guarda il culo a una donna), non temendo di raccontare le proprie esperienze quotidiane con whatsapp o la dieta Dukan.
… (more)
 
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d.v. | 13 other reviews | May 16, 2023 |
Pensieri che all'inizio sembrano memorie autobiografiche (viene in mente Perec) ma che presto si rivelano come piccoli quadri di italianità (spesso romanità). Le felicità "trascurabili" contengono un miscuglio di sincerità, pigrizia, qualche meschinità, una abbondante indole cazzara. Lettura estremamente piacevole.
 
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d.v. | 13 other reviews | May 16, 2023 |
La scritta “tutti”, tracciata con un riconoscibile carattere e in colore rosso, campeggia sulla prima pagina de «L’Unita» del 14 Giugno 1984, accompagnando l’ultimo saluto collettivo a Enrico Berlinguer (1922-1984). La stessa scritta, identico carattere e colore, ricompare sulla copertina del racconto autobiografico di Francesco Piccolo Il desiderio di essere come tutti (Einaudi, 2013).

L’anelito al “tutti” è il sofferto snodo attorno al quale Piccolo costruisce il racconto della propria crescita e, insieme, del fallimento della sinistra in Italia. La lotta contro la superficialità è la prerogativa del giovane Piccolo, che si rispecchia nelle scelte del comunismo italiano. Il passaggio dal compromesso storico all’alternativa democratica è il preludio di una autoemarginazione basata su una tanto pura quanto improduttiva celebrazione di valori ritenuti perduti. La critica della superficialità denuncia una difficoltà di integrazione con il “tutti” che a poco a poco diventa reazionarietà e, in definitiva, distacco. Questo è quel che Piccolo imputa alla sinistra italiana e alla sua classe intellettuale – dunque anzitutto a se stesso.

Rimandando a Weber, Piccolo nota come sia solo l’etica della responsabilità – e non quella dei principi – a rendere possibile l’integrazione con “tutti”, tenendo conto dei difetti umani. E sembra avere fin troppo a cuore il dichiarare di essersi avvicinato a questi difetti, per lo meno nella parte di testo in cui compie un gratuito “coming out” su quanto ha più manifestamente infranto la sua originaria purezza. Ciononostante, il suo racconto culmina, in nome dell’etica della responsabilità, in un atteggiamento costruttivo e di speranza che credo non sia casuale trovare associato alla femminilità. Nel “che-sarà-mai” con cui Piccolo identifica l’atteggiamento quotidiano della compagna c’è la forza di recuperare finalmente la superficialità come positiva capacità di rielaborazione e, in definitiva, di andare avanti giorno dopo giorno cercando di avvicinarsi a “tutti”.
… (more)
 
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d.v. | 4 other reviews | May 16, 2023 |

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